
Abbandonare la nave del digitale a tutti i costi. Due modi per interpretare questa frase: abbandonare la nave del digitale, dove l’abbandonarla è a tutti i costi, o abbandonare la nave del digitale, dove tutto deve essere per forza digitale. Ecco, in questo caso, entrambe sono valide interpretazioni. Scappo da una nave in fiamme con la mia scialuppa di salvataggio, e non c’è spazio per stronzate.

Eccoti qui a leggere questo blog. Questo è l’articolo con il quale inauguro schriftmatik. Cosa vuol dire schriftmatik? È una parola che mi sono inventato di sana pianta una sera, mentre cercavo un nome per la cartella nella quale salvo i miei scritti al computer. Ho speso più di tre mesi a cercare un nome che mi andasse bene per questo sito, visto che uso già federicodalbianco.com per il mio portfolio fotografico. Alcuni degli altri possibili nomi da mettere prima del .media erano: xcduck, dove xc sta per cross country e duck è il pennuto a me tanto caro; frdrk che praticamente sarebbe il mio nome in norvegese senza vocali; anche freddiewhite era una possibilità ma nessuno mi chiama Freddie. Anche federicodalbianco era una opzione, ma troppo chilometrica col .media messo dopo. Altri nomi sono stati valutati ma ti risparmio la lista. Schriftmatik è arrivato per ultimo, ed è stato adottato come nome quasi subito. Forse mi piace perché è meno personale delle opzioni precedenti, e mi lascia l’opzione di caricare reportage e storie di altre persone e luoghi lasciando il contenuto libero dall’identità dell’autore (che sarei io).

Bene ok. Hai probabilmente visto i miei messaggi sui vari social e hai deciso di cliccare sul link, il perché lo sai solo tu, o forse non lo sai nemmeno tu. Comunque sia, una domanda forse ce l’hai: perché ho deciso di fare questa cosa di limitare i social? Ebbene, banalmente, non mi servono. Nella concezione letterale del termine: non mi danno niente in più di quello che mi tolgono, e anzi, temo mi tolgano più di quanto mi diano. Cosa? Per esempio, tempo. La forma dei contenuti ormai è ottimizzata per catturare e trattenere chi ne è esposto. I social una volta erano utili per vedere cosa facevano i contatti che si seguivano. Un po’ alla volta si sono trasformati in strumenti di telemarketing. Ora nel mio ‘feed’ non ci sono più i post delle persone che seguo, ma ‘content’ di tendenza e/o pubblicità. Mi rendono idiota. Lo sento, lo percepisco ogni volta che mi rendo conto che delle ultime due ore sui social non ricordo nulla, eppure, eppure, eppure, il tempo l’ho passato, il pollice per scrollare lo ho usato, la batteria del telefono si è scaricata, non mi sono mosso di un centimetro. I miei pensieri si sono fermati. Stop. Niente più me stesso, solo il ‘content’. Niente più me stesso. Un piccolo viaggio temporale, ma che funziona solo in avanti, e di colpo sono le sei di sera, non ho fatto partire la lavatrice, ho saltato l’appuntamento con la psicologa, non ho niente in frigo per la cena, ho sete e sulla pelle ancora addosso il sudore del turno in fabbrica. Eccolo qui, ecco il perché di questo sito. O meglio, uno dei perché di questo sito. Di questi perché, quello più evidente. Gli altri perché emergeranno nel tempo con la sua stessa evoluzione. Un altro motivo di questo sito banalmente è per esercitare la mia conoscenza delle varie lingue che parlo. Ogni articolo del blog e ogni storia saranno scritti in italiano, norvegese, tedesco e inglese; il contenuto principale sarà più o meno lo stesso, anche se ogni testo avrà qualche dettaglio e particolare diversi, sia nella prosodia che nei contenuti minori. Chi legge in tedesco o in norvegese si accorgerà degli errori che faccio. Ecco, sbagliando si impara, e io devo ancora sbagliare tante volte.

ça va sans dire: se mi conosci e hai curiosità di quel che faccio, dove sono o cosa penso, se vuoi tenermi tra i contatti e mi vuoi bene, o mi odi, o insomma ti ritrovi a pensare a me ogni tanto, ma dove se ne è sparito Federico, ecco, se fai parte di questo ristrettissimo ed esclusivo club, voglio che tu abbia accesso e il tempo per la tua curiosità. Ed ecco un altro perché. Forse il più importante.

Cosa aspettarsi da questo sito? Nulla, tutto, qualcosina, non so. Sono scostante e mi perdo in bicchieri d’acqua troppo grandi da navigare. Se mi conosci lo sai: sono fatto così, anche se prometto: voglio migliorare – e lo sto facendo. Quindi non aspettarti troppe scintille o di saltare sulla sedia. Dopotutto sono un tipo quieto e non voglio disturbare. O no?